In principio era il nome, giusto.

Dal nome, al brand passando per il confronto con il mondo intero. Il digitale ha stravolto anche il modo di chiamarsi. Namimg per chi ama usare l’Intelligenza Umana.

Il mio metodo:

Gli ingredienti di un naming 4.0

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Ricerca

Oggi creare un nome vuol dire confrontarsi subito con il mondo intero. La creazione di un naming si deve confrontare non solo con la SERP ma anche con la registrazione di nomi domini nei registrar e la pre verifica per il deposito dei Marchi e Brevetti.

Non basta più creare un nome, oggi bisogna anche contestualizzarlo nel digitale, progettarlo, verificarlo e tutelarlo.

Qui trovi contributi e agevolazioni per la tutela dei marchi dell’Unione europea e internazionali. 

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Creatività

Naming vuol dire nominare qualcosa, dargli un nome. È il primo atto di costruzione di un’identità. Come vale per un figlio, vale per un azienda, un prodotto o una persona. Se un nome è progettato bene, studiato anche a livello emozionale e affettivo oltre che tecnico e commerciale, è qualcosa di cui andare fieri. Per sempre.

E su questa fierezza nasce l’appetibilità di un brand. Sulla fiducia, sull’essere “confident” e fieri del nome che si porta, e sulla certezza che quel nome rappresenta te e nessun altro. Come un’impronta digitale.

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Tecnica

Un naming oltre a identificare serve anche a posizionare – o riposizionare – un’azienda. A livello tecnico bisogna quindi aggiungere parole, come una piccola frase descrittiva, semplice ma non banale, che può essere tanto didascalica quanto emozionale. È il pay-off: arriva in soccorso nei rebranding, per rifocalizzare un nuovo posizionamento, per rinforzare la storicità o per dire qualcosa di assolutamente prioritario e affermativo.

Dice quello che non può dire il nome. E mette il punto, affermativo.

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